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Un indagine sul "Vizio assurdo" di Cesare Pavese Signori, Donna L.
Abstract
II problema centrale di questa tesi è il suicidio di Cesare Pavese. L'indagine si concentra intorno alle sue opere: le poesie, i racconti e i romanzi che forniscono le risposte alle seguenti domande: quali sono i dati biografici dello scrittore che troviamo rispecchiati e intrecciati nella trama della sua opera? Possiamo scoprire l'evidenza sufficiente del suo turbamento psicologico che ci porterà finalmente ad una decisione conclusiva sul suicidio di Pavese? II mio metodo di ricerca segue una specie di studio psicologico che si basa per la maggior parte sulle prove che II Mestiere di Vivere (il diario) e le Lettere provvedono. Scoperta la sua disposizione suicida, che porta con essa delle tracce profonde di sentimenti ambivalenti, Pavese verrà classificato subito fra una specifica categoria di suicidi. Cerco non solo di esaminare le teorie e gli elementi psicologici che contribuiscono a determinare un caso suicida, ma anche di confrontare queste affermazioni espresse da esperti nel campo psicologico ( ad esempio, quelle che si basano su fattori come angoscia, paura, ostilità) con quello che risulta dall’opera pavesiana. Cerco di stabilire quale sia l'orientamento, cioè l'atteggiamento dello scrittore verso la "cessation"; di vedere se per lui il suicidio sia stato un atto compiuto in piena coscienza (cioè intenzionato). Vorrei appurare quale sia il significato di temi più ricorrenti: quelli principali del suicidio-omicidio, della comunicazione-possesso, dell’odio-amore, del sadismo-masochismo, del sesso, e quelli secondari delle donne, della violenza (sangue), del ritorno al paese nativo, dell'infanzia e dell'egocentrismo. Molto pertinenti al caso pavesiano sono gli aspetti più astratti che ricorrono nel suo carattere disperato e frustrato; ad esempio l'atteggiamento verso l'arte e la vita, e il mezzo del comunicare) il mito. Cosa gli offre la 'via’ più adatta per giungere alla maturità: la realtà storica psicologica o la realtà mitica? La realtà della sua vita e il mito della sua arte lottano dentro di lui per perpetuare il suo angoscioso conflitto psicologico. L'analisi delle opere pavesiane mi porta a fare qualche osservazione e ad arrivare a certe conclusioni. Che la vita e l'arte di Pavese siano strettamente legate non c'è dubbio. Curioso è il fatto che benchè il diario e le lettere rivelino molti dati pertinenti alla scoperta della sua personalità, (segni di estremo egocentrismo e di preoccupazione del proprio rapporto cogli altri) essa si manifesta ancor meglio nelle poesie, nei racconti e nei romanzi, che rivelano una personalità molto depressa, piena di conflitti e sentimenti contrastanti, un carattere che sente il desiderio di sfogarsi a volte tramite atti violenti, a volti tramite morbosi e pietosi momenti di riflessione. II problema principale nella sua vita fu uno di comunicazione; la risposta al problema della sua incapacità di fondare un rapporto sincero con un altro essere umano si trova negli anni giovanili quando le dure esperienze - la morte del padre, la severità della madre, il proprio rinchiudersi nei libri - suscitarono in lui sentimenti di inferiorità e un forte tentative di superarli. II maggior conflitto psicologico che gli rodeva l'animo fu quello tra l'io vero, che rispecchiava il suo carattere ipersensibile, egoistico ed inferiore e l'io idealizzato che rappresentava un carattere superiore, virile e capace di tutto. Questo conflitto, che quindi significo in essenza un tentativo vano di trovare un'altra realtà (quella mitica) per sfuggire a quella presente, fu la ragione del suo suicidio che non costituiva un gesto del tutto negativo. Per l'io idealizzato segnò un atto eroico, quindi positivo; per l'io vero fu un atto disperato. In entrambe i casi, però, lo scrittore raggiunse la maturità. Fu lui stesso a scegliere il giorno e il modo della sua morte. In conclusione il mio scopo è di mostrare che esistono nelle opere di Pavese prove significative e sufficienti per concludere che egli ha inteso il proprio suicidio come atto intenzionato.
Item Metadata
Title |
Un indagine sul "Vizio assurdo" di Cesare Pavese
|
Creator | |
Publisher |
University of British Columbia
|
Date Issued |
1969
|
Description |
II problema centrale di questa tesi è il suicidio di Cesare Pavese. L'indagine si concentra intorno alle sue opere: le poesie, i racconti e i romanzi che forniscono le risposte alle seguenti domande: quali sono i dati biografici dello scrittore che troviamo rispecchiati e intrecciati nella trama della sua opera? Possiamo scoprire l'evidenza sufficiente del suo turbamento psicologico che ci porterà finalmente ad una decisione conclusiva sul suicidio di Pavese?
II mio metodo di ricerca segue una specie di studio psicologico
che si basa per la maggior parte sulle prove che II Mestiere di Vivere (il diario) e le Lettere provvedono. Scoperta la sua disposizione suicida, che porta con essa delle tracce profonde di sentimenti ambivalenti, Pavese verrà classificato subito fra una specifica categoria di suicidi. Cerco non solo di esaminare le teorie e gli elementi psicologici che contribuiscono a determinare un caso suicida, ma anche di confrontare queste affermazioni espresse da esperti nel campo psicologico ( ad esempio, quelle che si basano su fattori come angoscia, paura, ostilità) con quello che risulta dall’opera pavesiana. Cerco di stabilire quale sia l'orientamento, cioè l'atteggiamento dello scrittore verso la "cessation"; di vedere se per lui il suicidio sia stato un atto compiuto in piena coscienza (cioè intenzionato).
Vorrei appurare quale sia il significato di temi più ricorrenti: quelli principali del suicidio-omicidio, della comunicazione-possesso, dell’odio-amore, del sadismo-masochismo, del sesso, e quelli secondari delle donne, della violenza (sangue), del ritorno al paese nativo, dell'infanzia e dell'egocentrismo. Molto pertinenti al caso pavesiano sono gli aspetti più astratti che ricorrono nel suo carattere disperato e frustrato; ad esempio l'atteggiamento verso l'arte e la vita, e il mezzo del comunicare) il mito. Cosa gli offre la 'via’ più adatta per giungere alla maturità: la realtà storica psicologica o la realtà mitica? La realtà della sua vita e il mito della sua arte lottano dentro di lui per perpetuare il suo angoscioso conflitto psicologico.
L'analisi delle opere pavesiane mi porta a fare qualche osservazione e ad arrivare a certe conclusioni. Che la vita e l'arte di Pavese siano strettamente legate non c'è dubbio. Curioso è il fatto che benchè il diario e le lettere rivelino molti dati pertinenti alla scoperta della sua personalità, (segni di estremo egocentrismo e di preoccupazione del proprio rapporto cogli altri) essa si manifesta ancor meglio nelle poesie, nei racconti e nei romanzi, che rivelano una personalità molto depressa, piena di conflitti e sentimenti contrastanti, un carattere che sente il desiderio di sfogarsi a volte tramite atti violenti, a volti tramite morbosi e pietosi momenti di riflessione. II problema principale nella sua vita fu uno di comunicazione; la risposta al problema
della sua incapacità di fondare un rapporto sincero
con un altro essere umano si trova negli anni giovanili quando le dure esperienze - la morte del padre, la severità della madre, il proprio rinchiudersi nei libri - suscitarono in lui sentimenti di inferiorità e un forte tentative
di superarli. II maggior conflitto psicologico che gli rodeva l'animo fu quello tra l'io vero, che rispecchiava il suo carattere ipersensibile, egoistico ed inferiore e l'io idealizzato che rappresentava un carattere superiore, virile
e capace di tutto. Questo conflitto, che quindi significo in essenza un tentativo vano di trovare un'altra realtà (quella mitica) per sfuggire a quella presente, fu la ragione del suo suicidio che non costituiva un gesto del tutto negativo. Per l'io idealizzato segnò un atto eroico, quindi positivo; per l'io vero fu un atto disperato. In entrambe i casi, però, lo scrittore raggiunse la maturità. Fu lui stesso a scegliere il giorno e il modo della sua morte. In conclusione il mio scopo è di mostrare che esistono nelle opere di Pavese prove significative e sufficienti per concludere che egli ha inteso il proprio suicidio come atto intenzionato.
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Genre | |
Type | |
Language |
ita
|
Date Available |
2011-06-23
|
Provider |
Vancouver : University of British Columbia Library
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Rights |
For non-commercial purposes only, such as research, private study and education. Additional conditions apply, see Terms of Use https://open.library.ubc.ca/terms_of_use.
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DOI |
10.14288/1.0104168
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URI | |
Degree | |
Program | |
Affiliation | |
Degree Grantor |
University of British Columbia
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Campus | |
Scholarly Level |
Graduate
|
Aggregated Source Repository |
DSpace
|
Item Media
Item Citations and Data
Rights
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